Cuba
L’acqua cristallina del mare caraibico, le aragoste fresche servite per 15 euro e il fascino sinistro di una capitale cadente. A Cuba si può optare per un viaggio all’insegna del mare, del divertimento, del ballo, della natura e visitare Trinidad, Cienfuegos e altre località amene. Cuba però non è solo questo. A prescindere da cosa si desideri visitare, Cuba rimane sicuramente nel cuore di chi non solo l’ha vista con gli occhi del turista, ma si è messo a parlare con la gente, ha ascoltato le loro lamentele e i loro sogni: la loro speranza che tutto presto migliori. Ha alloggiato nelle casas particulares, bed and breakfast in salsa cubana, tra l’altro molto convenienti rispetto agli alberghi che hanno in media tariffe europee. Oppure muovendosi con taxi collettivi o privati che costano pochi euro. Percorrere le vie dell’Avana a bordo di una vecchia Buick o una Chevrolet del 1948, con sedili sfondati e maniglie che ormai non funzionano più o mancano, è un’esperienza che non si dimentica. Come prendere il treno che collega l'Avana a Matanzas e scoprire, in realtà, di essere saliti sulle montagne russe. All’Avana gran parte dei palazzi hanno infissi e tetti segnati dal tempo, intonaci scrostati. Alcuni edifici cadono letteralmente a pezzi. Passeggiare sul Malecón, ossia il lungomare della capitale, significa fare uno slalom tra buche e pietre sconnesse, così come nella maggior parte delle vie cittadine. Il centro cittadino però conserva ancora dei veri e propri tesori, degni delle migliori cartoline. L’Avana, che tanto amò Ernest Hemingway, affascina ancora oggi proprio per i suoi forti contrasti. Le contraddizioni della capitale hanno contagiato anche la provincia, dove però il tempo scorre più lentamente e consente di assorbire i cambiamenti senza grandi traumi. Uscendo dall’Avana si vedono sempre meno turisti, mentre abbondano taxi di ogni tipo a quattro ruote, ma anche a pedali e carretti trainati da cavalli. La gente è di norma allegra, molto ospitale e socializza facilmente. Nonostante la maggior parte di loro viva in ristrettezze economiche che per noi “fortunati” sono inimmaginabili: un lavoratore medio guadagna 12,25 dollari al mese. Alcuni vivono in case che noi faremmo fatica ad adibire a stalle. Ovunque ci sono persone, non tutti naturalmente, che ti chiedono un pesos, una maglietta o altro. Ma lo fanno con dignità, non insistono e ti rispettano. Il mito del “Che” è ancora molto presente: si vede e si percepisce in ogni angolo di Cuba e visitando il suo mausoleo a Santa Clara dove è venerato come un santo. Fidel, invece, mi è parso sia stato più temuto che amato.