Cambogia - Cacciatori di Tarantole e Scorpioni -
Da qualche anno, anche in Italia, si parla della moda di mangiare insetti e delle leggi che ne hanno liberalizzato la vendita in tutta Europa (ma in Italia è ancora vietata). Per calarsi completamente nell’entomofagia, bisogna, però, andare in Cambogia, o, comunque, in estremo Oriente. In Cambogia, gli insetti fanno ormai parte della gastronomia e sono un alimento molto consumato. Esistono i “Mercati dei ragni”. Qui tra bancarelle coperte e venditori ai bordi delle strade si possono comprare diverse specie di insetti preparati, cotti e insaporiti, per essere sgranocchiati come street food. Tra le offerte di questi mercati ci sono le celebri cavallette caramellate, le blatte dorate in glassa e soprattutto loro i grandi ragni velenosi del genere Tarantola. Si tratta della mortale Tarantola striata del Sud Est asiatico, tipico ragno predatore della giungla. Si tratta di ragni grossi come un pugno che hanno una carne dal gusto tra il pollo e il pesce. Si immergono in una pastella di glutammato e zucchero per essere gettati nell’olio bollente misto ad aglio ed erbe aromatiche. Sono considerati una vera leccornia e, generalmente vengono mangiati in cartocci per strada o in auto, succhiando soprattutto la parte tra la testa e l’addome oppure le otto zampe. Sembra che il boom del consumo di questi ragni non sia un’usanza davvero tipica, ma sia piuttosto recente: durante la dominazione dei Khmer rossi, 40 anni fa, la scarsità di cibo avrebbe indotto le popolazioni rurali sfollate dalla capitale Phnom Penh ad abituarsi a mangiare questi ragni che, nel giro di due generazioni sono diventati di moda. Ma è sicuro che le tribù cambogiane mangiassero già da secoli ragni e insetti, alimenti diffusi anche tra le popolazioni vicine e nella grande Cina.